21 novembre 2024
Campagna globale per salvare i fondali marini
“La più grande disputa oceanica al mondo” è una nuova iniziativa che invita i cittadini di tutto il pianeta a diventare custodi dei fondali oceanici per fermare il Deep Sea Mining e proteggere il patrimonio comune dell’umanità
Nascosti a migliaia di metri sotto la superficie del mare, i fondali oceanici profondi rappresentano il più grande spazio vitale del pianeta e il principale serbatoio di carbonio, fondamentale per regolare il clima terrestre. Tuttavia, questi ecosistemi straordinari, abitati da milioni di specie uniche, sono oggi minacciati dall’estrazione mineraria dei fondali marini (Deep Sea Mining). Per contrastare questa pratica distruttiva, è stata lanciata la campagna globale “La più grande disputa oceanica al mondo”, che mira a unire le persone di tutto il pianeta per rivendicare e proteggere i fondali marini come patrimonio comune dell’umanità.
Al centro della contesa ci sono i noduli polimetallici, veri e propri ecosistemi viventi che si formano in milioni di anni. Questi noduli sono ricchi di minerali come nichel e cobalto, fondamentali per le batterie e le tecnologie dell’energia verde, ma anche produttori di “ossigeno oscuro”, una forma di ossigeno essenziale per la vita marina. Tuttavia, l’estrazione mineraria minaccia di distruggere questi fragili ecosistemi e di causare danni irreversibili all’intero pianeta.
Estrazione dai fondali marini. Foto © Ufficio Stampa Deep Rising
La zona più colpita da questa minaccia è la Clarion Clipperton Zone (CCZ), una vasta area dell’Oceano Pacifico che si estende per oltre 4,5 milioni di chilometri quadrati, il doppio della superficie dell’India. Nonostante sia riconosciuta come “patrimonio comune dell’umanità” dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS), gran parte di questa area è già destinata alla potenziale estrazione mineraria, decisioni prese sotto l’autorità dell’ISA (Autorità Internazionale per i Fondali Marini), un ente che si occupa sia della protezione ambientale che della promozione dello sfruttamento minerario.
La campagna “La più grande disputa oceanica al mondo” offre ai cittadini un modo diretto per opporsi al Deep Sea Mining.
Tramite una piattaforma digitale basata su tecnologia web3, le persone possono rivendicare gratuitamente una porzione di fondale marino nella CCZ, diventando simbolicamente guardiani di questa risorsa.
Le coordinate GPS dei fondali sono suddivise in 8,1 miliardi di porzioni, una per ogni abitante del pianeta.
Ogni persona che aderisce all’iniziativa riceverà un certificato personalizzato, il DEEPSEA NFT, che include le coordinate uniche e raffigura una forma di vita marina degli abissi.
Questi certificati non saranno trasferibili e saranno conservati su un server decentralizzato per garantirne la protezione.
A supporto della campagna, il documentario Deep Rising di Matthieu Rytz, narrato da Jason Momoa, esplora le devastanti conseguenze dell’estrazione mineraria dei fondali marini e invita il pubblico a riflettere sull’urgenza di proteggere gli oceani.
“Abbiamo un’opportunità unica per cambiare il corso della storia e fermare un’industria altamente distruttiva prima che causi danni irreparabili,” afferma Rytz. “I fondali marini non appartengono a nessuno e non possono essere saccheggiati per profitto. Dobbiamo agire ora per preservare questa parte insostituibile dell’ecosistema terrestre.”
“La più grande disputa oceanica al mondo” rappresenta una chiamata alle armi globale per proteggere i fondali marini, sottolineando che le risorse oceaniche devono essere custodite per il beneficio di tutte le generazioni future. Solo un’azione collettiva può garantire che questo prezioso patrimonio rimanga intatto, opponendosi al profitto a breve termine delle multinazionali a favore della salute a lungo termine del pianeta.
La campagna d'impatto Deep Rising è ospitata sul sito deeprising.com
A cura della redazione di Avion Tourism Magazine
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