23 giugno 2022
A Brescia Isgrò cancella Brixia
Dal 23 giugno 2022 all'8 gennaio 2023, il grande evento conduce la città all’appuntamento della Capitale della Cultura 2023
“Cancellare Brixia non significa cancellare realmente una città ma esattamente il contrario. Significa riportare all’attenzione degli italiani e degli europei una comunità culturale e civile che ha dato molto al Paese e che continua a farlo in questi anni veramente difficili. Anni così difficili che anche gli artisti non possono più accontentarsi di essere solo una voce del listino di Borsa, ma uomini e donne in carne ed ossa capaci di amare e di soffrire. La Cancellatura non è fatta per uccidere o censurare, come pretende la Cancel Culture, ma soprattutto per preservare sotto l’inchiostro quelle parole di speranza e di fiducia che oggi mancano al mondo”.
Emilio Isgrò
Brixia come Atene. Isgrò cancella Brixia. Foto: © Ela Bialkowska OKNO studio.
Emilio Isgrò rinsalda il legame con la città attraverso un nuovo, grande e originale progetto che, dal 23 giugno 2022 all’8 gennaio 2023, coinvolge i più importanti luoghi di Brescia: il Parco archeologico di Brescia romana (il più vasto del Nord Italia), il Museo di Santa Giulia con il Chiostro rinascimentale e gli spazi espositivi del museo, il Capitolium, il Teatro Romano, fino alla stazione metropolitana FS.
Il progetto espositivo dal titolo Isgrò cancella Brixia, a cura di Marco Bazzini, è prodotto da Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia in collaborazione con Archivio Emilio Isgrò, ArteSella, Centro Teatrale Bresciano e Gruppo Brescia Mobilità e pone in dialogo l’archeologia e l’arte contemporanea, la storia e il presente, la cultura classica e la sua persistenza nel nostro tempo. Esso si compone di una mostra di lavori originali allestita negli spazi del Museo di Santa Giulia, installazioni monumentali - fisiche, digitali e performative, alcune permanenti e altre effimere - presso il Chiostro rinascimentale del museo, il Capitolium e il Teatro al Parco archeologico e la stazione della metropolitana FS oltre alla messa in scena di un dramma autografo nel Teatro Romano.
L'armonium delle allodole impazzite. Isgrò cancella Brixia. Foto: © Ela Bialkowska OKNO studio.
Le installazioni di Emilio Isgrò a Brescia, tutte di dimensioni ambientali, sono state appositamente ideate e realizzate dall’artista per quest’occasione, in stretta relazione con i suggestivi spazi che le ospitano. Insieme alla mostra e allo spettacolo teatrale dimostrano quanto nella produzione di Isgrò siano vive e profonde le radici della grande cultura mediterranea che, con l’antica Roma, fu protagonista anche in territorio bresciano. “Cancellare Brixia”, quindi, è per Isgrò un modo per farla rivivere sotto forme inedite e inaspettate. Il che è possibile perché, in quasi sessant’anni di attività, l’artista siciliano ha saputo trasformare la cancellatura da un semplice atto di distruzione in una complessa esperienza di conoscenza.
Il progetto espositivo di Isgrò cancella Brixia
Il percorso espositivo copre idealmente lo spazio monumentale interessato dal Corridoio Unesco, un progetto che sarà completato nel periodo di apertura della mostra e che prevede la realizzazione di un unico maestoso itinerario di visita, che si snoda all’interno dagli spazi di Brixia. Parco archeologico di Brescia romana fino al Museo di Santa Giulia.
“La rigogliosa maturità che segna l’arte di Isgrò in quest’ultimo decennio esplode in questa mostra con tutta l’intensità e la dinamicità del movimento in crescendo”, dichiara Marco Bazzini, curatore del progetto espositivo. “Una mostra dove riescono a convivere pittura e teatro, tecnologia digitale e melodramma. Isgrò cancella Brixia prende le distanze da ogni azione di bricolage citazionista e si presenta come un vero e proprio percorso, prima di tutto intellettuale e poi anche fisico, tra i fermenti di quella cultura classica che è sostrato comune, storia ininterrotta di valori ed eventi che ancora sanno posizionarsi come un orizzonte per il presente. La forma ritmica tra morte e resurrezione, tra oblio e memoria che ormai da oltre sessant’anni contraddistingue le sue cancellature, un’azione artistica che nelle sue mani ha esteso al massimo tutte le potenzialità, è per Brescia garanzia di rinascita e di un destino lontano dalle parole pronunciate per altra città da Catone il Censore: “Carthago delenda est”.”
Brixia come Atene. Isgrò cancella Brixia. Foto: © Ela Bialkowska OKNO studio.
Le installazioni di Isgrò cancella Brixia
La rassegna prende avvio dalla sala centrale del Capitolium, un vero e proprio museo epigrafico che ospita l’opera Le api di Virgilio. Una moltitudine di api in volo cancellano le iscrizioni presenti sulle epigrafi romane collocate sulla parete: una spettacolare installazione, realizzata con le più avveniristiche tecniche digitali di videomapping, realizzate da DrawLight_Me Young Immersive Studio, dove la cancellatura si manifesta nella vivacità delle immagini in movimento. Le api, simbolo di socialità e di operosità, oltre a coprire le epigrafi, compongono anche nuove suggestive parole, così da evocare una differente temporalità tra i vocaboli antichi e quelli propri della contemporaneità. Lo spettatore immerso in questo ambiente rimarrà sorpreso, come Enea di fronte all’improvvisa apparizione delle anime che, come uno sciame di api, si aggiravano nella valle del mitologico fiume Lete, nell’episodio raccontato da Virgilio nel Libro VI dell’Eneide. L’installazione Le api di Virgilio, programmata per la visione ogni 10 minuti, rappresenta l’opera digitale più grande mai realizzata da Isgrò.
Il complesso del Museo di Santa Giulia ospita altri tre episodi del progetto espositivo. Nell’incanto del Chiostro rinascimentale s’incontra, disposto sul prato, L’armonium delle allodole impazzite, un enigmatico e monumentale strumento musicale, sul cui perimetro corre una sequenza di tasti di pianoforte. Nel silenzio del luogo risuona l’aria della Casta diva dalla Norma di Vincenzo Bellini, una delle opere più potenti della tradizione lirica italiana, ambientata nelle Gallie romane.
La versione del brano che incantò Richard Wagner è quella trascritta da Fryderyk Chopin per pianoforte, in omaggio al pianista bresciano Arturo Benedetti Michelangeli, interpretato dal cinguettio di un’allodola accompagnata da un coro di uccelli.
Quest’opera, presentata per la prima volta proprio a Brescia, è realizzata da Fondazione Brescia Musei in co-produzione con Arte Sella, l’importante parco d’arte contemporanea nella natura in Val di Sella, Valsugana, (TN) dove, al termine della mostra, sarà collocata permanentemente nello spazio all’aperto individuato dall’artista stesso.
Le api di virgilio. Isgrò cancella Brixia. Foto: © Ela Bialkowska OKNO studio.
"La collaborazione con Fondazione Brescia Musei è una straordinaria occasione di crescita e di dialogo per Arte Sella”, commenta Giacomo Bianchi, presidente di Arte Sella, “che prende forma attraverso lo sguardo del maestro Emilio Isgrò in un’opera monumentale e al contempo poetica, capace di creare una profonda relazione tra due luoghi così diversi, il patrimonio storico del Museo di Santa Giulia e la natura della Val di Sella."
Presso la stazione della metropolitana FS, in occasione del ritorno a Brescia della Vittoria Alata, l’artista ha realizzato nell’ottobre 2020 Incancellabile Vittoria, una monumentale installazione site-specific di circa 200 mq e composta da 205 pannelli in fibrocemento fresati, che ridisegna la sagoma del capolavoro antico usando le cancellature. L’opera installata grazie alla collaborazione con Gruppo Brescia Mobilità, rappresenta la silhouette della dea romana, tratteggiata di colore rosso e riconoscibile dalle ali e dalla posizione alzata delle braccia, emerge da una più ampia griglia composta da cancellature nere su un brano tratto dall’Eneide di Publio Virgilio Marone, poeta classico che queste zone ha certamente frequentato per essere nato in ambito mantovano, non molto distante da Brescia, e autore del capolavoro letterario che racconta la fondazione di Roma, la sua grandezza e quella del suo impero di cui Brixia (l’antica Brescia) fu una delle città più importanti.
L'armonium delle allodole impazzite. Isgrò cancella Brixia. Foto: © Ela Bialkowska OKNO studio.
La mostra di Isgrò cancella Brixia
Le sale espositive del Museo di Santa Giulia ospitano un inedito ciclo di dipinti dal titolo Brixia come Atene. Tredici grandi tele (realizzate a partire dal 2013) dove le pagine illustrate di un libro sulla vita quotidiana di un’antica polis greca sono state cancellate in bianco e la scultura di un discobolo coperto dalle formiche, altro suo topos particolarmente riconoscibile. In queste opere, Isgrò riconduce la cancellatura a una piena pratica pittorica, e non più soltanto concettuale, recuperando una modalità operativa da lui sperimentata a partire dai primi anni ottanta e dando vita a una delle numerose variazioni che nel tempo ha assunto la cancellatura. Al centro del percorso una scultura, Il discobolo (2022), che si presenta cancellata da formiche ma riconoscibile per la sua tipica postura e per quel disco lanciato, insieme alla mano e a una parte dell’avanbraccio, in altra parte dell’esposizione. Rispetto al dibattito sulla questione della superiorità culturale tra greci e romani, Isgrò, con le sue cancellature e con il riferimento a Brixia, pone una visione controfattuale della storia, come avviene in alcuni studi che ipotizzano cosa sarebbe potuto accadere rispetto a ciò che effettivamente è accaduto (ucronia).
Brixia come Atene. Isgrò cancella Brixia. Foto: © Ela Bialkowska OKNO studio.
Il teatro di Isgrò cancella Brixia
I grandi temi dell’antico e del contemporaneo sono anche l’occasione per riproporre il teatro di questo multiforme artista che, nei primi anni ottanta, segnò un passaggio importante nella drammaturgia contemporanea con la trilogia dell’Orestea andata in scena sulle rovine del terremoto di Gibellina vecchia.
Giovedì 22 giugno 2022, il Teatro Romano, altro affascinante luogo del percorso archeologico dell’antica Brixia, ha ospitato la prima di Didone Adonàis Dòmine, uno dei drammi scritti da Isgrò, prodotto da Fondazione Brescia Musei e da Centro Teatrale Bresciano, con protagonista l’attrice Sandra Toffolatti insieme a Elena Antonello, Giacomo Mangiola e Gianluca Pantaleo e con la regia di Giorgio Sangati. Il testo, scritto nel 1983 è stato messo in scena nell’agosto 1986 a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) nel Teatro Mandanici. Lo spettacolo sarà proposto in replica: giovedì 23 e venerdì 24 giugno; venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 luglio, alle ore 21.45. Successivamente la ripresa integrale dello spettacolo sarà proposta all’interno delle sale di mostra al Museo di Santa Giulia sino al termine dell’esposizione.
Didone Adonais Domine. Isgrò cancella Brixia. Foto: © Serena.
“Siamo orgogliosi”, afferma Gian Mario Bandera, direttore del Centro Teatrale Bresciano, “di partecipare a questo importante progetto che Emilio Isgrò dedica a Brescia, segno di un’amicizia con la nostra città che trova nel teatro un nodo importante. Didone Adonàis Dòmine è lo spettacolo che presentiamo insieme a Fondazione Brescia Musei. Abbiamo scelto di portare in scena il testo scritto dal maestro Isgrò attraverso lo sguardo di uno dei registi di punta della scena europea che collabora da tempo con il CTB, Giorgio Sangati, che ha immaginato un’esperienza teatrale di rara intensità. Sul palcoscenico, un’attrice di grande sensibilità e talento, Sandra Toffolatti, che torna a Brescia insieme a un cast di altissimo livello. Dopo le recenti esperienze nell’area monumentale della città – è dello scorso anno il successo di Calma Musa Immortale, regia di Fausto Cabra – la sfida di tornare ad abitare un luogo eterno e simbolo della nostra storia come il Teatro romano prosegue il nostro percorso di avvicinamento a Bergamo Brescia Capitale della cultura 2023, traguardo sempre più atteso che ci vedrà protagonisti di una proposta artistica pensata per interpretare la nostra città attraverso il teatro”.
“Il progetto che lanciamo oggi viene alla luce dopo una gestazione di quasi tre anni in cui abbiamo lavorato a fianco del Maestro Emilio Isgrò alla creazione di un grande operazione di arte pubblica che valorizza gli spazi del parco archeologico e di Santa Giulia utilizzando sia il linguaggio dell’arte contemporanea sia quello del poesia, grazie alla multiforme capacità espressiva dell’artista e poeta siciliano”, commenta Francesca Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei. “E così il progetto di "Palcoscenici Archeologici", grazie al quale la Fondazione mette in relazione l’arte contemporanea con il grande patrimonio archeologico romano di Brescia, include oggi non solo, come nell'operazione dedicata a Francesco Vezzoli, l'installazione di opere d'arte, ma anche la messa in scena teatrale nello spazio del teatro romano, uno dei nostri grandi obiettivi di valorizzazione. Il progetto Isgrò cancella Brixia è in effetti uno degli esempi più completi di valorizzazione integrata: installazioni monumentali non solo nel sito espositivo, ma anche nella stazione della metropolitana, un'opera teatrale originale dell’artista messa in scena con un grande regista e con la produzione congiunta dell'ente museale e dell'ente teatrale cittadino e infine una inedita rassegna espositiva più tradizionale, il tutto in un periodo disteso destinato ad anticipare la grande stagione della Capitale italiana della cultura. Il patrimonio antico e archeologico prende vita grazie alle reinterpretazioni fisiche e digitali di un grande artista contemporaneo innamorato della classicità che ambienta in questo luogo i propri sogni e con grande generosità offre alla città un nuovo sguardo sul presente e sul futuro del proprio straordinario patrimonio”.
Le api di virgilio. Isgrò cancella Brixia. Foto: © Ela Bialkowska OKNO studio.
“Isgrò cancella Brixia è un nuovo importante progetto che rinnova la vocazione di Brescia a città capace di trovare spazio per i linguaggi delle arti e di porli in dialogo tra loro, con un risultato che conquisterà il pubblico”, afferma Laura Castelletti, vicesindaco e assessore alla cultura di Brescia. “Il format che Fondazione Brescia Musei ha identificato per creare un ponte tra il nostro patrimonio monumentale e l’arte contemporanea riesce a porre nuova luce sulle bellezze della nostra città, che ha l’onore di ospitare i lavori di un grande Maestro dell’arte contemporanea, dimostrando ancora una volta la vocazione di Brescia a città dove la cultura assume un ruolo strategico di connessione tra passato, presente e futuro”.
“Fondazione Brescia Musei conferma la vocazione di interfaccia tra i linguaggi del contemporaneo e patrimonio antico di cui siamo custodi e con Isgrò cancella Brixia mette in scena un programma espositivo completamente inedito, originale e site specific”, dichiara Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei. “Installazioni monumentali digitali, fisiche e performative, incluso uno spettacolo teatrale originale, scritto da Emilio Isgrò, messo in scena dal Centro Teatrale Bresciano con la regia di Giorgio Sangati, Un programma espositivo tradizionale nello spazio mostre della Fondazione Brescia Musei, un programma in cui l'antico viene cancellato da Isgrò per ricordarne l'importanza, nel sito archeologico di Brescia Romana, nel Museo di Santa Giulia, alla metropolitana di Brescia Stazione Fs e ad Arte Sella, dove il grande Armonium realizzato da Fondazione Bresci Musei diventerà un'opera simbolo di questo grande programma espositivo che avrà la sua vita anche negli anni prossimi proprio ad Arte Sella in Valsugana."
“È con immenso piacere e orgoglio che accogliamo, ancora una volta, le opere di Emilio Isgrò”, dichiara il Sindaco Emilio del Bono. “Attraverso questo grande progetto espositivo, che toccherà il cuore della nostra storia, Brescia non solo sarà arricchita di nuove opere d’arte ma verrà quasi presa per mano e accompagnata verso il 2023, anno in cui riceverà il titolo di Capitale Italiana della Cultura insieme a Bergamo. Non posso quindi che ringraziare il maestro Isgrò per la generosità e l’affetto che dimostra nei confronti della nostra città”.
Il catalogo della mostra Isgrò cancella Brixia, pubblicato da Skira, intreccia una serie di contributi di importanti archeologi, storici dell’arte e studiosi dell’opera di Isgrò, con tra gli altri Bruno Corà, Cristina Mazzantini, Martina Treu. Il volume approfondirà nelle sue diverse sfumature il rapporto che l’artista ha sempre intrattenuto con l’antico e la cultura mediterranea facendoli rivivere con originalità e nuova energia nel suo lavoro.
Brixia come Atene. Isgrò cancella Brixia. Foto: © Alberto Mancini.
Emilio Isgrò. Note biografiche
Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, ME, 1937). Considerato tra gli innovatori del linguaggio artistico italiano del secondo dopoguerra, Emilio Isgrò è il padre indiscusso della cancellatura, un atto che cominciò a sperimentare nei primi anni Sessanta e che ancora oggi mantiene la stessa vivacità e audacia creativa. Questa originale ricerca sul linguaggio lo ha reso una figura pressoché unica nel panorama dell’arte contemporanea internazionale, facendone uno dei suoi indiscussi protagonisti. È, infatti, il 1964 quando l’autore inizia a realizzare le prime opere intervenendo su testi, in particolare le pagine dei libri, coprendone manualmente una grande parte sotto rigorose griglie pittoriche. Le parole e le immagini sono cancellate singolarmente con un segno denso e dello scritto restano leggibili soltanto piccoli frammenti di frasi o un solo vocabolo. Nel tempo questo gesto si applica alle carte geografiche, ai telex, al cinema, agli spartiti musicali, anticipa le espressioni più tipiche dell’arte concettuale, si declina in installazioni e, con il passaggio dal nero al bianco negli anni ottanta, arriva a risultati pittorici che si sono rinnovati in questi ultimi anni quando con la cancellatura ha costruito immagini quasi fossero pittogrammi. Il cancellare è un gesto contraddittorio tra distruzione e ricostruzione. Le parole, e successivamente le immagini, non sono oltraggiate dalla cancellatura ma attraverso questa restituiscono nuova linfa a un significante portatore di più significati: l’essenza primaria di ogni opera d’arte. La cancellatura è la lingua inconfondibile della ricerca artistica di Emilio Isgrò che oggi appare come una filosofia alternativa alla visione del mondo contemporaneo: spiega più cose di quanto non dica.
Dopo l’esordio letterario con la raccolta di versi Fiere del Sud (Schwarz, 1956), si dedica alla poesia visiva, nel doppio ruolo di teorizzatore e artista. Nel 1966 si tiene la sua prima personale presso la Galleria 1 + 1 di Padova a cui seguono numerose mostre presso la Galleria Apollinaire, la Galleria Schwarz e la Galleria Blu a Milano, La Bertesca a Genova, la Galleria Lia Rumma a Napoli. Nel 1977 vince il primo premio alla Biennale di San Paolo. Nel 1985 realizza a Milano l’installazione multimediale La veglia di Bach, commissionata dal Teatro alla Scala per l’Anno Europeo della Musica, mentre nel 2010 con la mostra Var Ve Yok è presente alla Taksim Sanat Galerisi in occasione di Istanbul Capitale Europea della Cultura.
Partecipa alla Biennale di Venezia del 1972, 1978, 1986 e del 1993, quest’ultima con una sala personale. Di inconfondibile rilievo è anche la sua attività di scrittore e uomo di teatro, consolidatasi con L’Orestea di Gibellina (1983/84/85) e con alcuni romanzi e libri di poesia, tra cui L’avventurosa vita di Emilio Isgrò (Il Formichiere, 1975), Marta de Rogatiis Johnson (Feltrinelli, 1977), Polifemo (Mondadori, 1989), L’asta delle ceneri (Camunia,1994), Oratorio dei ladri (Mondadori, 1996) e, infine, Brindisi all’amico infame (Aragno, 2003). In questi ultimi anni sue mostre personali sono state presentate al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (2008), alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2013) e, nel 2016, una grande antologica a cura di Marco Bazzini ha coinvolto Palazzo Reale, Gallerie d’Italia e Casa del Manzoni a Milano. Nel 2019 un’imponente mostra antologica a cura di Germano Celant è stata presentata alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Le sue opere sono presenti nelle maggiori collezioni private e pubbliche nazionali einternazionali.
Brixia come Atene. Isgrò cancella Brixia. Foto: © Ela Bialkowska OKNO studio.
La Fondazione Brescia Musei è una fondazione di partecipazione pubblico – privata presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov. Fanno parte di Fondazione Brescia Musei anche: Museo di Santa Giulia, Brixia. Parco Archeologico di Brescia romana, Museo delle Armi Luigi Marzoli, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia e il Cinema Nuovo Eden. Fondazione Brescia Musei è con la Pinacoteca Tosio Martinengo l’ente capofila della Rete dell’800 lombardo, il network fondato nel 2004 e ricostituitosi nel 2019 con il supporto di Regione Lombardia.
Informazioni sulla mostra Isgrò cancella Brixia
- A Brescia dal 23 giugno 2022 al 8 gennaio 2023. Brixia. Parco archeologico di Brescia romana e Museo di Santa Giulia. Orari di apertura: martedì - domenica dalle 10.00 alle 18.00. Chiuso tutti i lunedì non festivi. Biglietti: integrato Brixia. Parco archeologico di Brescia romana e Museo di Santa Giulia; intero € 15,00; ridotto (gruppi e convenzioni) € 10,00: ridotto (dai 14 ai 18 anni, over 65, universitari) € 12,00.
- Didone Adonàis Dòmine. Teatro romano. 22, 23,24 giugno; 1,2,3 luglio, ore 21.45. Info e biglietti www.centroteatralebresciano.it
- Fondazione Brescia Musei. Info e prenotazioni. CUP tel. 030.2977833 – 834 | cup@bresciamusei.com
A cura di Nicolò Villa
Avion Tourism Magazine
Fonte testo e foto: Copyright © Ufficio Stampa Fondazione Brescia Musei.
Visual: Copyright © photo Ela Bialkowska Okno studio.
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