25 aprile 2021

Il certificato verde digitale

Domande e risposte per capire come funzionerà
Il "certificato verde digitale" costituirà la prova del fatto che una persona è stata vaccinata contro il COVID-19, ha ricevuto un risultato negativo a un test o risulta guarita dal COVID-19, e potrà essere utilizzato in tutti gli Stati membri dell'UE. Potrà essere introdotto anche in Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Il certificato verde digitale sarà inoltre aperto alle iniziative che si stanno elaborando a livello mondiale.
 
 
Informazioni generali sul certificato verde digitale
Quali sono i principali elementi della proposta?
Il sistema del certificato verde digitale comprende tre diversi tipi di certificati relativi alla COVID-19: un  certificato di vaccinazione,  un  certificato di test e un  certificato di guarigione.
Questi certificati possono essere rilasciati e utilizzati in tutti gli Stati membri dell'UE per agevolare la libera circolazione. Sono ammessi a riceverli gratuitamente tutti i cittadini dell'UE e i loro familiari, così come i cittadini di paesi terzi che si recano in uno Stato membro o vi risiedono e che hanno il diritto di viaggiare in altri Stati membri. I certificati dovrebbero contenere solo una serie minima di informazioni necessarie per comprovare e verificare lo stato di vaccinazione, test o guarigione del titolare.
Essere vaccinati non costituirà una condizione preliminare per viaggiare: tutti i cittadini dell'UE, indipendentemente dal fatto che siano stati vaccinati o meno, godono del diritto fondamentale di libera circolazione sul territorio dell'Unione. Lo stesso principio si applica ai diritti dei cittadini di paesi terzi che soggiornano o risiedono in uno Stato membro dell'UE e hanno il diritto di spostarsi in un altro Stato membro. Il certificato verde digitale agevolerà l'esercizio di tale diritto, anche attraverso i certificati di test e di guarigione.
 
In che modo contribuirà ad agevolare la libera circolazione sicura?
Il certificato verde digitale può servire come prova di vaccinazione, di test e di guarigione al fine di evitare le restrizioni alla libera circolazione applicate in uno Stato membro per motivi di salute pubblica, quali l'obbligo di sottoporsi a un test o a quarantena.
Qualora accetti una prova di vaccinazione come base per non applicare le restrizioni alla libera circolazione, uno Stato membro dovrà accettare la prova di vaccinazione rilasciata da un altro Stato membro relativa ai vaccini che hanno ottenuto un'autorizzazione all'immissione in commercio nell'UE. Gli Stati membri potranno estendere questa possibilità ai viaggiatori a cui sono stati somministrati altri vaccini.
Durante il viaggio, il titolare di un certificato verde digitale avrà gli stessi diritti dei cittadini dello Stato membro visitato che sono stati vaccinati o sottoposti a test o sono guariti. Se uno Stato membro continua a imporre ai titolari di un certificato verde digitale l'obbligo di sottoporsi a quarantena o a test, deve darne notifica alla Commissione e a tutti gli altri Stati membri e giustificare tali misure.
 
Come si garantirà che le persone non vaccinate non siano discriminate nell'esercizio del loro diritto di libera circolazione?
Per garantire il rispetto del diritto di libera circolazione nell'UE ed evitare discriminazioni nei confronti di chi non è stato vaccinato, la Commissione propone di istituire non solo un certificato di vaccinazione interoperabile, ma anche certificati relativi ai test e alla guarigione dal COVID-19. In questo modo, il numero più alto possibile di persone dovrebbe essere in grado di ottenere un certificato verde digitale quando si viaggia.
La proposta è chiara sul fatto che il certificato deve agevolare la libera circolazione all'interno dell'UE. Il certificato non costituirà tuttavia una condizione preliminare per viaggiare. Chi non è vaccinato deve poter continuare a esercitare il diritto di libera circolazione, ove necessario assoggettandosi a restrizioni come un test o un periodo di quarantena/autoisolamento.Lo stesso vale per i diritti dei cittadini di paesi terzi che soggiornano o risiedono negli Stati membri e che hanno il diritto di spostarsi in altri Stati membri. 
 
L'istituzione del certificato verde digitale significa che gli Stati membri dovranno ripristinare i controlli alle frontiere interne per verificare i certificati?
Niente affatto. Il certificato verde digitale mira ad agevolare la libera circolazione all'interno dell'UE e l'allentamento delle attuali restrizioni, non a limitare la libera circolazione e il diritto di viaggiare. La verifica dei certificati non può di per sé giustificare il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere interne e gli Stati membri non hanno bisogno di tali controlli per attuare il certificato verde digitale. Come ha dimostrato l'esperienza dei primi mesi di pandemia, il ripristino scoordinato e affrettato dei controlli alle frontiere interne non blocca il virus, ma invece provoca perturbazioni sociali ed economiche, che responsabilmente vanno evitati nella massima misura possibile. Tali controlli devono rimanere una misura di extrema ratio, in linea con il diritto dell'UE.
 
 
Il certificato verde digitale
Quali informazioni conterrà il certificato verde digitale?
Il certificato verde digitale conterrà informazioni fondamentali necessarie quali il nome, la data di nascita, lo Stato membro di rilascio e l'identificativo univoco del certificato. Oltre a ciò:
  • per un certificato di vaccinazione: prodotto vaccinale e fabbricante, numero di dosi, data di vaccinazione;
  • per un  certificato di test:  tipo di test, data e ora del test, centro di test e risultato;
  • per un certificato di guarigione: data del risultato positivo del test, soggetto che ha rilasciato il certificato, data di emissione, data di validità.
 
Quale sarà il formato del certificato verde digitale?
I certificati saranno rilasciati in formato digitale, in modo da poter essere visualizzati su smartphone, oppure su carta, a seconda della preferenza del titolare. Conterranno un codice QR interoperabile leggibile meccanicamente, contenente i dati fondamentali necessari e una firma digitale. Il codice QR sarà utilizzato per verificare in modo sicuro l'autenticità, l'integrità e la validità del certificato. Per migliorare l'accettazione transfrontaliera, le informazioni sul certificato dovrebbero essere redatte nella lingua o nelle lingue dello Stato membro di rilascio e in inglese.
 
Come funzionerà il certificato verde digitale all'interno dell'UE?
Il certificato verde digitale contiene un codice QR con una firma digitale  per impedirne la falsificazione. Al momento del controllo del certificato, si procede alla scansione del codice QR e alla verifica della firma. Ogni organismo di rilascio (ad esempio un ospedale, un centro di test o un'autorità sanitaria) dispone della propria chiave di firma digitale. Tutte le chiavi sono conservate in una banca dati protetta in ciascun paese. La Commissione europea creerà un gateway, mediante il quale tutte le firme dei certificati potranno essere verificate in tutta l'UE. I dati personali del titolare del certificato non passeranno attraverso il gateway dato che ciò non è necessario per verificare la firma digitale. La Commissione europea fornirà inoltre implementazioni di riferimento "open source" per aiutare gli Stati membri a sviluppare software che le autorità potranno utilizzare per scansionare e controllare i codici QR.
 
Quali vaccini saranno accettati?
Gli Stati membri dovrebbero rilasciare certificati di vaccinazione indipendentemente dal tipo di vaccino anti COVID-19. Se gli Stati membri accettano la prova della vaccinazione come base per non applicare alcune restrizioni legate alla salute pubblica, come l'obbligo di sottoporsi a un test o a quarantena, essi dovrebbero essere tenuti ad accettare, alle stesse condizioni, certificati di vaccinazione rilasciati nell'ambito del sistema del certificato verde digitale. Tuttavia, tale obbligo sarebbe limitato ai vaccini che hanno ricevuto un'autorizzazione all'immissione in commercio in tutta l'UE. Gli Stati membri hanno la possibilità di accettare certificati di vaccinazione rilasciati in relazione ad altri vaccini.
 
Quali test per la COVID-19 saranno accettati?
Per garantire l'attendibilità del risultato del test, soltanto i risultati dei cosiddetti test NAAT (compresi i test RT-PCR) e dei test antigenici rapidi figuranti nell'elenco stabilito sulla base della raccomandazione 2021/C 24/01 del Consiglio dovrebbero essere ammissibili per un certificato di test rilasciato sulla base del regolamento proposto.
 
Perché non saranno accettati i test autodiagnostici?
I test autodiagnostici non sono effettuati in condizioni controllate e, per il momento, sono considerati meno affidabili. I certificati dovrebbero essere rilasciati dalle autorità sanitarie, che tuttavia non sono in grado di controllare i test effettuati, ad esempio, a casa, e quindi non possono rilasciare certificati affidabili per tali test.
 
I certificati avranno un periodo minimo di validità?
Il periodo di validità dei certificati dipende dalle prove scientifiche e sarà determinato dai verificatori secondo le rispettive norme nazionali. Con l'emergere di nuove prove scientifiche, i periodi di validità dei certificati ai fini della non applicazione degli obblighi relativi alla salute pubblica potrebbero essere modificati.
Il regolamento proposto garantisce che i certificati rilasciati da altri Stati membri siano accettati secondo le stesse regole applicate a quelli rilasciati a livello nazionale. Il regolamento introduce inoltre alcuni principi di base, tra cui la fissazione del periodo massimo di validità del certificato di guarigione a 180 giorni. La Commissione potrebbe modificare tali principi mediante atti delegati per allinearli alle nuove prove scientifiche disponibili.
 
Cosa succederà a chi è già stato vaccinato?
Anche chi è già stato vaccinato prima dell'introduzione del certificato verde digitale dovrebbe avere la possibilità di ottenere l'apposito certificato di vaccinazione. Se ha ricevuto un certificato di vaccinazione non conforme alle norme di interoperabilità prescritte dal regolamento, può richiederne uno nuovo. Allo stesso tempo, gli Stati membri possono continuare a rilasciare prove di vaccinazione in altri formati per altri fini, in particolare per fini medici.
 
Per quanto tempo sarà in vigore il certificato verde digitale?
I certificati sono collegati alla pandemia di COVID-19. Il sistema dei certificati verdi digitali sarà sospeso una volta che l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) avrà dichiarato cessata l'emergenza di sanità pubblica di portata internazionale causata dal COVID-19. Al tempo stesso, qualora l'OMS dichiari una nuova emergenza di sanità pubblica di portata internazionale causata dal COVID-19, da una sua variante o da una malattia infettiva simile, il sistema potrebbe essere riattivato.
 
Quale sarà il costo dei certificati verdi digitali?
I certificati saranno gratuiti. Gli Stati membri devono sostenere i costi di realizzazione dell'infrastruttura a livello nazionale. La Commissione erogherà, se necessario, finanziamenti per aiutare gli Stati membri a istituire le infrastrutture necessarie. La Commissione finanzierà la creazione di un gateway a livello dell'UE e aiuterà gli Stati membri nello sviluppo dei software che utilizzeranno i verificatori preposti alla scansione del codice QR. Interoperabilità all'interno e all'esterno dell'UE.
 
Come viene garantita l'interoperabilità dei certificati verdi digitali?
L'interoperabilità è conseguita garantendo che i diversi tipi di certificati verdi digitali (stato vaccinale, risultati dei test, stato di guarigione) siano standardizzati secondo politiche, regole e specifiche stabilite di comune accordo. Ciò significa in pratica che un certificato rilasciato in uno Stato membro può essere verificato in un altro Stato membro. Fatto salvo il rispetto di queste norme comuni, gli Stati membri potranno godere di una certa flessibilità nel modo in cui sviluppano i propri certificati.
Con il sostegno della Commissione, gli Stati membri hanno concordato un quadro di fiducia per garantire l'attuazione tempestiva dei certificati digitali verdi, la loro interoperabilità e il pieno rispetto della protezione dei dati personali. Questa procedura è prevista negli orientamenti sugli elementi fondamentali di interoperabilità adottati il 27 gennaio e aggiornati il 12 marzo. In pratica, la Commissione istituirà un gateway attraverso il quale le firme dei certificati possono essere scambiate tra repertori nazionali, in modo da poter essere verificate in tutta l'UE. La Commissione aiuterà inoltre gli Stati membri a sviluppare software che le autorità possono utilizzare per scansionare e controllare i codici QR.
 
Il certificato verde digitale sarà compatibile con altri sistemi sviluppati a livello internazionale?
La Commissione si sta adoperando per garantire che i certificati siano compatibili con i sistemi dei paesi terzi al di fuori dell'UE. La proposta è aperta a iniziative globali e tiene conto delle attuali iniziative delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite, quali l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (ICAO), volte a stabilire specifiche e orientamenti per l'uso delle tecnologie digitali per documentare lo stato di vaccinazione. Bisognerà incoraggiare i paesi terzi a riconoscere il certificato verde digitale al momento della revoca delle restrizioni ai viaggi non essenziali. I certificati verdi digitali dell'UE potrebbero fungere da esempio per altri certificati attualmente in fase di sviluppo in tutto il mondo.
Il regolamento sarà integrato nell'accordo SEE, il che consentirà ai paesi del SEE (Islanda, Liechtenstein e Norvegia) di applicare il sistema UE dei certificati verdi digitali. Per quanto riguarda la Svizzera, la Commissione potrà decidere di accettare - su base reciproca - i certificati svizzeri rilasciati conformemente al progetto di regolamento sul certificato verde digitale.
La proposta permetterà alla Commissione di adottare una decisione di riconoscimento dei certificati rilasciati da paesi terzi ai cittadini dell'UE e ai loro familiari qualora tali certificati soddisfino gli standard di qualità e siano interoperabili con il quadro di fiducia dell'UE.
 
 
Dati personali inseriti nel certificato verde digitale
Come saranno trattati i dati personali?
Poiché tra i dati personali contenuti nei certificati vi sono dati medici sensibili, sarà garantito un altissimo livello di protezione dei dati. I certificati conterranno solo una serie limitata di informazioni necessarie, che non potranno essere conservate dai paesi visitati. A fini di verifica, verranno controllate solo la validità e l'autenticità del certificato accertando da chi è stato rilasciato e firmato. Tutti i dati sanitari rimarranno negli Stati membri che hanno rilasciato il certificato. Il sistema dei certificati verdi digitali non richiederà la creazione e la manutenzione di una banca dati a livello dell'UE.
 
 
Cittadini di paesi terzi e certificato verde digitale europeo
Il certificato verde digitale sarà rilasciato ai cittadini di paesi terzi presenti sul territorio dell'Unione?
Sì. Il certificato verde digitale dovrebbe essere rilasciato ai familiari di cittadini dell'UE, indipendentemente dalla loro cittadinanza. La Commissione ha inoltre adottato una proposta complementare per garantire che il certificato verde digitale sia rilasciato anche ai cittadini di paesi terzi che risiedono in Stati membri o Stati associati Schengen e ai visitatori che hanno il diritto di spostarsi in altri Stati membri. Per motivi giuridici sono necessarie proposte separate relative ai cittadini dell'UE e ai cittadini di paesi terzi, ma non vi è alcuna differenza di trattamento tra i cittadini dell'UE e i cittadini di paesi terzi ammissibili ai fini dei certificati.
Il certificato verde digitale potrebbe essere rilasciato anche ai cittadini o ai residenti di Andorra, di Monaco, di San Marino e del Vaticano/Santa Sede, in particolare se sono vaccinati da uno Stato membro.
 
Le proposte odierne potrebbero anche agevolare i viaggi verso l'UE da paesi terzi?
Attualmente, sono in vigore restrizioni sui viaggi non essenziali dai paesi terzi verso l'UE, ad eccezione di un numero limitato di paesi. Un cittadino di paese terzo autorizzato a recarsi nell'UE può ottenere un certificato verde digitale. Il cittadino di paese terzo potrebbe richiedere un certificato verde digitale allo Stato membro in cui si reca fornendo tutte le informazioni necessarie, compresa una prova affidabile di vaccinazione. Lo Stato membro dovrebbe quindi valutare se è stata fornita una prova affidabile e decidere se rilasciare un certificato verde digitale.
A medio termine, una volta accertato che un paese terzo rilascia certificati conformi alle norme e ai sistemi internazionali e interoperabili con il sistema dell'UE, la Commissione può adottare una decisione di adeguatezza mediante un atto di esecuzione basato sul regolamento proposto oggi. Questi certificati dei paesi terzi verrebbero quindi accettati alle stesse condizioni dei certificati verdi digitali.
In entrambi i casi, le norme per l'accettazione della prova di vaccinazione sarebbero le stesse applicate ai cittadini dell'UE: i vaccini che hanno ottenuto un'autorizzazione all'immissione in commercio nell'UE devono essere accettati, ma gli Stati membri possono decidere di accettare anche altri vaccini.
 
 
A cura di Alisè Vitri
Fonte testo: Ufficio Stampa Commissione Europea
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