14 settembre 2021
Dimora Palanca: il cinque stelle di Firenze votato all’arte
Stucchi, affreschi, marmi e luminoso design contemporaneo: un incontro tra passato e presente oltre i cliché, che è un invito ad abitare gli spazi con un’informalità delicata e leggera
L’illuminato restauro conservativo dell’edificio ottocentesco ospita il nuovo 5 stelle di Firenze (18 camere), frutto della grande capacità di visione dell’architetto e interior designer toscano di adozione Stefano Viviani. Dimora Palanca si sviluppa su un perimetro che abbraccia complessivamente un’area di circa 1600 metri quadrati (1000 la Villa, 300 la Serra e 300 circa il giardino).
Il cinque stelle Dimora Palanca di Firenze. Foto Credits: Copyright © Dimora Palanca.
L’ingresso principale è al numero 72 di via della Scala e su via Viale Fratelli Rosselli si apre un grande cancello adatto ad accogliere anche le auto. E se il lato a nord, sul grande viale, fa scorgere tratti di una città moderna e in costante movimento, quelli a est e ovest fanno spaziare lo sguardo verso verdi geometrie come i reticoli di aiuole di Palazzo Corsini sul Prato o di un piccolo giardino all’italiana, percepiti come estensioni naturali della proprietà. Menzione speciale, poi, per il lato sud, affacciato sul proprio giardino interno e sulla Serra, che con i suoi tratti quasi da villa colonica produce un effetto dolcemente straniante. Tre sono gli elementi principali che scandiscono lo spazio: il corpo della villa, il giardino, racchiuso da mura di differente altezza, che lo rendono uno spazio esclusivo e privato, e la Serra.
La villa
Il lavoro di restauro ha interessato anche l’esterno dell’edificio, riconsegnando alle decorazioni lo splendore dei loro tratti di squisita ispirazione neoclassica: frontoni, lesene e bugnato hanno finalmente ritrovato l’importanza originaria, anche attraverso la giustapposizione tra il loro tono delicatamente écru e il caldo candore delle pareti. E il gioco tra le dimensioni di nuovi classici si rivela anche attraverso la vitalità riacquisita dopo il restauro dal palazzo e le scelte dei pezzi di design che con la loro iconicità possono essere definiti, appunto, nuovi classici.
Il cinque stelle Dimora Palanca di Firenze. Foto Credits: Copyright © Dimora Palanca.
Nella villa trovano posto 14 delle 18 camere (4 sono ospitate dalla Serra) e le aree comuni: salottino delle carte e degli scacchi, sala delle colazioni, lounge bar, salotto delle arti e ristorante Mimesi. L’armonia dei contrasti tra pezzi di design ed elementi nativi tornati protagonisti, segnata da una palette cromatica di nuance leggere, con qualche incursione di cuoio, grafite porpora cardinalizia e carminio, plasma un’atmosfera avvolgente e piena di calore. In meravigliosa evidenza il bianco fortissimo delle pareti, delle porte e degli infissi, che in tutti i sensi alleggerisce dalla patina del tempo le differenti aree, rilanciando per attenuazione gli stucchi e per esaltazione gli affreschi dei soffitti, in un dialogo senza sosta con la luce: entra generosa dalle ampie vetrate, accende gli spazi quasi a volerli far sembrare sempre aperti e stabilisce un saldo contatto con il verde del giardino.
Il cinque stelle Dimora Palanca di Firenze. Foto Credits: Copyright © Dimora Palanca.
L’insieme punta a nuovo racconto che traghetta la storia della villa in un futuro teoricamente perduto, tracciato dalla gioia evocata da una commistione di oggetti e stili che sembrano appartenere a un tempo sospeso. Intrigante il percorso artistico delle 40 opere dell’artista toscano Paolo Dovichi realizzate site specific e distribuite tra aree comuni, scalone centrale, camere e suite. Materiche e impastate di tinte forti, alcune, con grandi campiture di colore a olio, steso a spatola, stucco e foglia oro; delicate ed eteree altre, seppur piene di tridimensionalità, ottenuta anche con inserti di tessuto. Elementi distinguibili o astrattamente suggeriti: le chiese fiorentine, la campagna e i boschi toscani.
La spaziosa hall- reception non è impersonale abbellita da un tavolo non formale, che sostituisce il classico bancone, e dal forte carattere delle lampade, come, per esempio Giova di Fontana Arte, disegnata da Gae Aulenti, o la serie Tubes Large di Charles Kalpakian per Nemo. La scenografica scalinata originale, come una sorta di punto di raccordo tra le differenti anime del palazzo, è connessa con tutte le aree comuni, i piani su cui si trovano le camere e indirettamente al giardino e alla dependance.
Il cinque stelle Dimora Palanca di Firenze. Foto Credits: Copyright © Dimora Palanca.
Le camere
Differenti una dall’altra per metratura (17 metri quadrati la dimensione più piccola della queen deluxe, rispettivamente 35 e 47 quelle delle suite e della master suite), elementi e decori originali, disposizione delle dotazioni ed effetto d’insieme, hanno come comune denominatore la particolarità dei dettagli, delle finiture e della razionalizzazione dello spazio, immaginato come un perimetro ideale in cui la cifra estetica è funzionale all’agio di un’esperienza abitativa bellissima e appagante. Come per tutte le altre aree, principio ispiratore è stato il voler creare un’atmosfera vicina a quella di un’elegante dimora, suggestione richiamata dall’identità dei componenti di arredo disegnati da Antonio Citterio per Maxalto e B&B, quali, per fare qualche esempio, il tavolo Convivio, adattato su misura; i letti, le poltrone e i pouf della linea Febo; le consolle, i tavoli di appoggio, e le sedie delle linee Recipio e Pathos; le sedute della collezione Fulgens o le poltrona Fat Sofa di Patricia Urquiola, sempre per B&B.
Il cinque stelle Dimora Palanca di Firenze. Foto Credits: Copyright © Dimora Palanca.
Capaci di emozionare le luci (anche quelle più piccole o apparentemente solo di servizio), che spaziano da pezzi minimali, tracciati da poche e sagaci linee, come la Microsurf di Neil Poulton, a elementi che hanno davvero fatto la storia, quali le lampade da tavolo Taccia di Achille e Pietro Castiglioni per Flos, del 1962, o novità piene di carattere come Setareth di Francesco Albrizzi per Fontana Arte del 2017. Lampade non anonime anche in luoghi importanti quali le sala da bagno, la cui luce è perfetta grazie a scelte come la applique orientabile Nobi di Fontana Arte. Integrati alla perfezione gli elementi disegnati da Viviani che ha fatto realizzare su misura alcune testiere, armadi e complementi da maestranze locali. Pregevoli l’invisibilità del mobile bar il cui uso è gratuito.
Il cinque stelle Dimora Palanca di Firenze. Foto Credits: Copyright © Dimora Palanca.
Master Suite
Con una superficie di 47 metri quadrati, suddivisa in due aree distinte, il soffitto affrescato e il terrazzo affacciato sul giardino, da cui si scorgono la cupola di Brunelleschi e l’inconfondibile silhouette della torre di Palazzo Vecchio, la master suite è un luogo meraviglioso che chiama chi lo sceglie ad abitarlo in modo libero e personale, anche grazie a una piccola SPA costituita da bagno turco, vasca idromassaggio e doccia emozionale. Nulla intimidisce e tutto induce a far sentire che ciò che si ha attorno è a propria disposizione, a partire dalla generosità della superficie e dai pezzi di design, quali il letto Alcova ’09 e la dormeuse Febo di Antonio Citterio per Maaxlto o la lampada da tavola Snoopy di Achille e Pietro Castiglioni per Flos.
Il cinque stelle Dimora Palanca di Firenze. Foto Credits: Copyright © Dimora Palanca.
Il salotto delle arti
Invitante, reso importante dall’affresco del soffitto che si rifà, appunto, a tutte le espressioni artistiche, il salotto delle arti è sofisticatamente contemporaneo, grazie all’alternanza tra i candidi stucchi, le opere di Dovichi e gli elementi di design iconici quali la penisola e il tavolino Loto di Citterio, le grandi lampade a stelo o un classico pieno di visionaria tridimensionalità come la lampada Atollo di Vico Magistretti per Oluce. L’uso d’elezione è di chi se lo immagina. Anche per mettere insieme gli stili di vita contemporanei in continuo mutamento che uniscono il relax e la necessità di interfacciarsi con cose diverse legate al lavoro e alla sfera personale.
Il salotto delle carte e degli scacchi (o della Tv)
Un altro spazio totalmente ludico e piacevolmente domestico è il salotto delle carte e degli scacchi di ottocentesca ispirazione e chiamato così quasi per gioco, a ricordare che si può perdere un po’ di tempo anche in una città come Firenze. I quadri a tema di Dovichi richiamano la sua funzione (giocare, ma anche darsi tempo), così come lo fanno la dormeuse e le poltrone di Citterio, nonché la brillante soluzione volumetrica su più livelli, pensata da Viviani, che ha creato una passerella sospesa su cui trovano posto le sedute Papilio di Naoto Fukasawa per B&B e i tavolini Pathos, sui quali, volendo si può piazzare una scacchiera o far girare un mazzo di carte. C’è anche una grande televisore a parete, perché i modi più semplici di perdere tempo sono, in fondo, quelli più gratificanti.
Il cinque stelle Dimora Palanca di Firenze. Foto Credits: Copyright © Dimora Palanca.
Ristorante Mimesi
Altro luogo pieno di significato per la rinnovata vocazione all’ospitalità di Dimora Palanca è il ristorante Mimesi che all’insegna della continuità trova posto negli spazi che erano in origine occupati dalle cucine della villa. Anche in quest’area nobile e al tempo stesso intima (20 appena i coperti), le tinte sono caldamente luminose e soffusamente avvolgenti con la leggerezza dei tovagliati che arrivano fino a terra, ricoprendo i tavoli realizzati appositamente per la sala, in armonia con il chiarore monocromatico delle pareti, dei soffitti, delle nicchie e delle modanature in legno. Comodissime le sedute in pelle color tortora profondo, ancora una volta di Citterio, scelte per l’avvolgente sensazione che si prova all’istante, simile a un abbraccio discreto. Nuovamente, la raffinatezza dell’insieme è un invito alla bellezza di sentirsi coinvolti da un percorso sensoriale in cui la brigata di cucina, guidata dall’executive chef Giovanni Cerroni, desidera idealmente dialogare con la sala per dare un senso veramente compiuto a una costante ricerca in perfetto equilibrio tra territorialità, memoria personale e collettiva e orizzonti da inventare: la gioia piena che si libera dal gusto, inteso come seduzione dei 5 sensi. Senza barriere di distanziante autoreferenzialità: Cerroni pensa e cucina per far felice e sorprendere chi varca la soglia del ristorante. Si sente, si vede e si apprezza a ogni assaggio.
La Serra
Separata dalla villa dall’ala giardino, su cui si affacciano la sala delle colazioni e il salotto delle arti, la Serra è un modulo importante della proprietà: ospita 4 camere di differente tipologia, modulabili in alcuni casi tra loro per creare unità comunicanti, e permette, se occupata in toto, di disporre di uno spazio interamente privato ed esclusivo per persone che viaggiano insieme o per esigenze legate al business travel. Le sembianze della facciata, con le grandi vetrate a volta, ricordano una dimora di campagna, creando un piacevolissimo, seppur lieve, contrasto con i tratti prettamente urbani della villa, e favorendo la sensazione di trovarsi in un luogo che ha il prezioso potere di essere davvero tutto: porta sulla città di Firenze, buen retiro, spazio antico o modernissimo, casa o punto di fuga dalla quotidianità. L'hotel 5 stelle Dimora Palanca di Firenze nella villa ritrova la felice caratterizzazione delle proprie origini legata al suo essere un luogo votato all’amore per l’arte, da condividere con gli ospiti e la città.
Hotel Dimora Palanca
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